Le donne sono le prime ad utilizzare i servizi di mobile banking
Ero in macchina sulla Ngong road, a Nairobi, quando mi arriva un messaggio da un numero sconosciuto. Il testo è in swahili e non lo capisco, così faccio finta di niente. Dopo poco arriva una telefonata dallo stesso numero. Rispondo, ma l’uomo dall’altro capo non parla inglese. Cerchiamo di capirci, ma niente, così attacco. Mi chiama altre tre volte e sempre si ripete la solita scena: io che sbando sulla strada cercando di evitare buche, passanti e marabù, mentre dall’altro capo qualcuno impreca frustrato. Al quarto tentativo, probabilmente consigliato da un amico, l’uomo dice: «I want my money back», poi attacca. Dimentico quasi subito l’evento finché, il giorno dopo, mi ritrovo davanti ad un negozio della Safaricom, la mia compagnia telefonica. Entro e chiedo ad un commesso di leggere il messaggio in swahili. Lì mi si apre un mondo.
Scopro che la Safaricom nel 2007 ha lanciato un servizio di mobile banking chiamato M-Pasa (dove “pesa” significa soldi in swahili). Chiunque abbia in mano un cellulare può spedire ad altre sim piccole cifre utilizzando semplici messaggi. Così scopro che il mio amico sconosciuto mi ha spedito per sbaglio 500 scellini (circa 5 euro) e adesso li rivuole indietro. Dico al commesso di rispedire i soldi e guardando la velocità con cui lo fa rimango sbalordito.
Un punto dove ricaricare il cellulare. Lamu, Kenya.
M-Pesa è un successo. Circa 9,5 milioni di kenioti lo usano regolarmente. Ogni giorno vengono spostati 8,5milioni di dollari con una media di 40 dollari a transazione. Parlando con la gente per strada, con i taxisti, con i venditori ambulanti e le lavandaie capisco che tutti lo usano. Gli uomini che vengono in città a lavorare mandano i soldi a casa, in campagna, attraverso il cellulare. Le donne che vivono negli slum lo utilizzano per accantonare il denaro in modo sicuro e per pagare la retta dei figli a scuola. Gli uomini d’affari ci pagano il taxi. Si può perfino fare la spesa e saldare il conto con un sms.
Anche in Sudafrica, dove pure l’economia è molto più fiorente, si è sviluppato un servizio simile. Si chiama Wizzit, conta “solo” 500mila utenti, ma mette a disposizione molti più servizi di M-Pesa. Con il cellulare si possono trasferire somme di denaro, ma anche controllare l’estratto conto e ricevere piccoli prestiti. Il micro-credito arriva per vie inaspettate. Molte donne lo usano per aprire e ingrandire gli “spaza shop” catapecchie di lamiera che vendono un po’ di tutto: dai prodotti alimentari ai detersivi, dalle ricariche telefoniche alle extension per i capelli.
Sul cellulare è possibile vedere il proprio estratto conto
I sudafricani poi possono ricevere informazioni mediche, previsioni del tempo e notizie in tempo reale. Nel Paese arcobaleno otto persone su dieci possiedono un cellulare e cinque hanno anche accesso ad internet. Così un malato di aids riceve un avviso quando deve prendere le medicine e un anziano può chiedere consigli al suo medico.
Attraverso il cellulare gli africani hanno bruciato le tappe che noi abbiamo percorso in 150anni di storia. Sono passati dalla clava al mobile banking nel giro di una generazione. Ma tra tante possibilità il servizio più usato è un sms gratuito pre-impostato con scritto <<Please, call me back.>>
Tommaso Cinquemani